Dopo tre gare su quattro il medagliere del Belgio si presentava ancora desolatamente vuoto, come da anni non accadeva. Tutto il paese si è stretto attorno a quella che loro chiamano “De Block”, la squadra degli Elite. Dopo il sopralluogo sull’asciutto e velocissimo tracciato disegnato da Adrie Van Der Poel, mito vivente della cittadina di Hoogerheide, tutti i corridori belgi si sono dichiarati disponibili a correre uniti per un unico obiettivo, contrariamente alle passate edizioni dove ognuno badava al proprio orticello. Solo un atleta dichiarò contrario, Niels Albert. Il giovane della BKCP-Powerplus disse che avrebbe corso per se o per il compagno di club Radomir Simunek, segnalatosi in ottime condizioni di forma nelle gare premondiali. Si è così giunti sulla griglia di partenza con il blocco olandese tutto a favore di Lars Boom e quello belga apparentemente unito con la mina vagante Albert. 62 minuti dopo Niels Albert tagliava il traguardo a braccia alzate al termine di una cavalcata trionfale durata nove dei dieci giri percorsi ad una media che ha sfiorato i trenta chilometri orari. Un giorno da favola per il corridore di Tremelo, compaesano di Nys, che il mondiale pareva non dovesse neanche correrlo dopo la caduta di metà novembre a Gavere, con tanto di danni alla milza e dieci giorni di ospedale. I medici avevano previsto uno stop di oltre tre mesi, invece Niels è tornato alle gare prima della fine del 2008, mostrando di avere grandi gambe già al campionato nazionale, chiuso in seconda posizione a pochi metri da Nys. Nell’appuntamento iridato Albert ha atteso il secondo giro per mettere in scena la sua tattica preferita: l’attacco deciso nei primi dieci minuti di gara. Il primo giro era filato via velocissimo con gruppo compatto comandato per la prima metà da Thijs Al, specialista delle partenze, poi da Sven Vanthourenhout. Nel corso del secondo giro, Albert ha scatenato la sua immensa potenza sui rettilinei olandesi, creando in breve un buco di un centinaio di metri. Dietro Stybar ha intuito il pericolo e si è lanciato all’inseguimento braccato da Vanthourenhout e da Nys. Stybar, con una serie di progressioni molto decise, ha staccato Nys e Vanthourenhout e si è avvicinato ad Albert, senza però riuscire ad agganciarlo. Nel frattempo, alle spalle dei quattro fuggitivi, Thijs Al scandiva il ritmo del gruppo inseguitore, composto da una quindicina di corridori tra i quali i nostri Fontana e Franzoi, ottimamente risaliti dalla terza fila che occupavano sulla griglia di partenza. Il campione uscente Lars Boom è incappato nella classica giornata no, favorita anche da una serie di piccoli problemi meccanici che lo hanno costretto a cambiare più volte la bici. Una volta raggiunti Nys e Vanthourenhout, è stata la volta di Bart Wellens. Il campione del mondo di Monopoli 2003 e Pont Chateau 2004, che da un paio di stagioni fatica a trovare un rendimento degno del suo passato, si è lanciato all’inseguimento di Stybar senza mai impensierirlo e la sua azione è durata appena un giro. In testa alla gara Albert manteneva un ritmo costante (impressionante la sua regolarità nei tempi sul giro) ed estremamente redditizio. Stybar ad ogni tornata si ritrovava con 2-3 secondi in più sul groppone ma non ha mai mollato la presa, mantenendo aperta la contesa senza però trovare mai il colpo di pedale necessario per recuperare la scia dello scatenato leader. Dietro ai due giovani fuggitivi il gruppo inseguitore ha perso via via terreno fino a raggiungere un ritardo di un minuto. A quel punto, mancavano tre giri alla conclusione, Sven Nys ha messo sullo sterrato tutta la sua classe sganciandosi dal plotone e mettendosi in caccia di Stybar. Il Cannibale di Baal anche oggi ha confermato il suo scarso feeling con le prove iridate. Nella sua sala trofei infatti accanto alle sette coppe del mondo e ai nove superprestige c’è solo una maglia iridata. Un giro dopo lo scatto di Nys esce allo scoperto anche Bart Wellens. Si arriva così all’ultimo giro con le prime quattro posizioni ormai già definite, con l’unica variabile degli incidenti meccanici. L’impressionate folla presente sul circuito, quantificata in quasi 50000 persone, accompagna calorosamente Albert verso la maglia iridata nella massima categoria che consente al belga di chiudere a soli 22 anni l’impresa, peraltro riuscita lo scorso anno a Boom, di vincere il mondiale in tutte le categorie. Rispetto al podio di Treviso cambia solo l’occupante del gradino più alto mentre Stybar e Nys occupano la seconda e terza posizione come 12 mesi fa. Bart Wellens è quarto, mentre il francese Mourey vince la volata del gruppo davanti ad altri due belgi, Pauwels e Vanthourenhout. Lo svizzero Simon Zahner, il francese Chainel e l’ennesimo belga Vantornout completano la top ten. Per quanto riguarda i nostri colori, Marco Aurelio Fontana è giunto undicesimo, due posizioni davanti a Franzoi. Per le nostre due punte una gara dignitosa e comunque positiva. Più indietro Bianco (27°), Ursi (33°) e Visinelli (43°). Nelle dichiarazioni dopo l’arrivo, Albert ha logicamente confermato di aver coronato il sogno della sua carriera disputando la corsa perfetta su un percorso che gli si addiceva alla perfezione. Stybar dal canto suo si è detto soddisfatto del suo secondo posto, maledicendo solo un problema al pedale durante il terzo giro quando era molto vicino ad Albert. Sven Nys è apparso soddisfatto per il suo terzo posto, rendendo omaggio ad Albert e rimarcando più volte come la squadra belga si sia dimostrata unita come poche volte nel passato.
Il prossimo anno le maglie iridate saranno assegnate a Tabor, in Repubblica Ceca. Visto questo trend che vede i campioni uscenti degli under 23 subito vincento nel mondiale Elite, c’è da pensare che il tedesco Walsleben sia già piuttosto ottimista.
1 Niels Albert (Belgium) 1.02.24
2 Zdenek Stybar (Czech Republic) 0.22
3 Sven Nys (Belgium) 0.38
4 Bart Wellens (Belgium) 1.10
5 Francis Mourey (France) 1.23
6 Kevin Pauwels (Belgium)
7 Sven Vanthourenhout (Belgium) 1.24
8 Simon Zahner (Switzerland)
9 Steve Chainel (France)
10 Klaas Vantornout (Belgium)
11 Marco Aurelio Fontana (Italy)
12 Thijs Al (Netherlands)
13 Enrico Franzoi (Italy) 1.25
14 Jonathan Lopez (France) 1.26
15 Christian Heule (Switzerland) 1.29
16 Gerben De Knegt (Netherlands) 1.50
17 Petr Dlask (Czech Republic) 1.51
18 Kamil Ausbuher (Czech Republic)
19 Erwin Vervecken (Belgium)
20 Lars Boom (Netherlands)
21 Eddy Van Ijzendoorn (Netherlands)
22 Marcel Wildhaber (Switzerland) 1.52
23 José Antonio Hermida Ramos (Spain)
24 Nicolas Bazin (France) 1.56
25 Wilant Van Gils (Netherlands) 2.01
26 Radomir Simunek (Czech Republic) 2.45
27 Marco Bianco (Italy) 2.46
28 René Birkenfeld (Germany) 2.47
29 Constantino Zaballa Gutierrez (Spain) 2.48
30 Egoitz Murgoitio Rekalde (Spain) 2.51
31 Jody Crawforth (Great Britain) 2.53
32 Isaac Suarez Fernandez (Spain)
33 Fabio Ursi (Italy)
34 Mariusz Gil (Poland)
35 Jeremy Powers (United States Of America) 2.54
36 Marek Cichosz (Poland) 2.59
37 Milan Barenyi (Slovakia) 3.11
38 Richard Groenendaal (Netherlands) 3.25
39 Ian Field (Great Britain) 4.01
40 Joachim Parbo (Denmark) 4.17
41 Javier Ruiz De Larrinaga Ibanez (Spain) 4.26
42 Peter Presslauer (Austria) 4.35
43 Rafael Visinelli (Italy) 4.36
44 Matt Shriver (United States Of America) 4.44
45 Gusty Bausch (Luxembourg) 4.47
46 Martin Haring (Slovakia) 4.48
47 Magnus Darvell (Sweden) 4.49
48 Paul Oldham (Great Britain) 4.56
49 Brian Matter (United States Of America) 5.12
50 Martin Zlamalik (Czech Republic) 5.19
51 Masanori Kosaka (Japan) 5.24
52 Jonathan Page (United States Of America) 5.47
53 Maros Kovac (Slovakia) 6.26
One lap behind
54 Derrick St John (Canada)
55 Jens Westergren (Sweden)
Two laps behind
56 Aaron Schooler (Canada)
Three laps behind
57 Thijs Van Amerongen (Netherlands)
58 Zoltan Tisza (Hungary)
59 Evgeny Pechenin (Russian Federation)
60 Marios Athanasiades (Cyprus)
Four laps behind
61 Martin Vestby (Norway)
Five laps behind
62 Keiichi Tsujiura (Japan)
63 Boris Vasilyev (Russian Federation)
64 Alexey Belokrylov (Russian Federation)
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