venerdì 21 settembre 2007

UNO SGUARDO OLTRE OCEANO


Dopo il secondo posto di Page all’ultimo mondiale sicuramente molta gente si sarà chiesta in che maniera è vissuto questo sport oltre oceano,chiedendosi se in una nazione che vive dei “loro” sport potesse prendere piede una specialità come il ciclocross, ebbene per chi come mè ha avuto la possibilità di seguirlo, non direttamente ma tramite i siti internet e le testimonianze, è rimasto sicuramente stupito da quante persone riesce a muovere ogni domenica questa specialità.
Prendendo una gara qualsiasi del calendario si scopre che ai nastri di partenza ogni domenica suddivise nelle varie categorie ci sono dai 300 ai 500 atleti ,cosa sensazionale,e ancora più sensazionale è che tutti ,ma proprio tutti devono pagare dai 15 ai 30 dollari per poter correre, (da noi se non sono gratis o quasi non partecipa nessuno).Sono esclusi dal pagare solo i migliori elite che però non ottengono l’ingaggio,in fine sempre guardando la starting list si può vedere che la stragran maggioranza sono amatori. Il tutto è supportato da articoli e servizi fotografici su numerosi siti, le gare più importanti sono coperte da dirette in tv o su internet e le stesse vengono largamente pubblicizzate nelle settimane precedenti, tutte cose che servono a dare grandissima visibilità. Questo ci può far capire perché gli atleti statunitensi grazie a un calendario ben strutturato e organizzato piano piano stanno crescendo e nel giro di qualche anno, quando avranno la giusta esperienza anche a livello internazionale, potranno impensierire anche i più forti atleti europei.

1 commento:

Paolo CX ha detto...

Confermo al 100% quanto dichiarato dall'autore dell'articolo: in Italia non ci sognamo nemmeno il livello di partecipazione alle gare di ciclo-cross che c'e` negli USA. Le gare di ciclo-cross USA le paragonerei al fenomeno Gran Fondo in Italia in quanto ad iscritti. Infatti l'autore parlava di 300-500 partecipanti a domenica, ma non accennava che alcune di queste gare sono pure a numero chiuso, per cui il numero di partecipanti sarebbe serebbe anche maggiore senza questa limitazione. Io ho vissuto e corso (strada e ciclo-cross) nel Nord-Est degli USA per un po` di anni e qui in Italia mi manca un po`l'entusiasmo che quel movimento generava nel finale di stagione.